Invio il contributo al capitolo 1 da parte di IBM Italia
Desideriamo esprimere il nostro apprezzamento per l’occasione che ci viene fornita di partecipare alla consultazione sul Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale, non solo perchè l’IA è destinata a diventare una delle principali forze di trasformazione del mercato ma soprattutto perchè essa può essere uno degli elementi alla base del processo di rilancio del nostro paese nel mondo.
L’affermazione che l’Italia debba “eccellere nella ricerca di strategie innovative, magari capaci di nutrirsi della ricchezza storica, culturale e sociale del Paese e del Mediterraneo”, può trovare nell’IA un fondamentale fattore abilitante.
Occorre, a nostro avviso, un approccio olistico di livello paese, che permetta di indirizzarne i molteplici aspetti tecnologici, economici, ambientali e sociali.
L’approccio italiano all’IA, in altre parole, non dovrebbe limitarsi ad analizzare l’applicazione delle tecnologie cognitive a singoli processi o servizi ma dovrebbe, piuttosto, puntare a favorire il più ampio accesso alle nuove tecnologie della conoscenza.
Questo approccio può diventare l’elemento chiave per dare vita ad una “strategia nazionale di accesso e condivisione della conoscenza” che possa esprimersi nel modo stesso con cui facciamo sistema, realizzando le condizioni fondamentali per rendere accessibili i nostri valori, creando opportunità di sviluppo e di crescita per i cittadini e per le imprese.
Rif.to paragrafo - La strategia digitale italiana
Non vi è dubbio che l’IA sarà alla base di ogni ambito della vita quotidiana e lavorativa. Se questo processo di trasformazione sarà gestito alla luce di valori e principi condivisi che mantengano la centralità dell’uomo e del suo intelletto, confidiamo che tale cambiamento sarà per il meglio.
Ciò è dovuto al fatto che i sistemi di IA hanno la capacità di ingerire e apprendere dai big data a ritmi mai visti prima. I sistemi cognitivi come Watson, ad esempio, possono ragionare su tale tipo di dati, formulando ipotesi e raccomandazioni. Ma la cosa più importante è che questi sistemi non si limitano ad essere programmati: imparano dalle loro stesse esperienze, dalle interazioni con gli esseri umani e dai risultati dei loro giudizi.
Come è successo con qualsiasi altra tecnologia che ha cambiato il mondo, l’IA ha portato con sé importanti interrogativi. Molti di questi non hanno ancora risposta; ci sarà bisogno di tempo, studi e di dibattiti. Tuttavia, l’esperienza maturata da IBM nei 100 anni in cui abbiamo inventato e introdotto tecnologie trasformative e guidato gli utenti nella loro adozione e utilizzo responsabile, ci ha insegnato che fissare dei principi per guidare quello che sviluppiamo e mettiamo al mondo, e definire il modo in cui lo facciamo, è tanto pragmatico quanto saggio.
Per questo nel gennaio 2017, abbiamo stabilito i tre principi fondamentali della strategia IBM per l’IA:
• Finalità: l’obiettivo dell’Intelligenza Artificiale e dei sistemi cognitivi è aumentare le capacità umane. La tecnologia, i prodotti, i servizi e le politiche di utilizzo devono essere sempre progettate in modo tale da arricchire ed estendere le capacità, le competenze e il potenziale umano. I sistemi cognitivi non acquisiranno mai una coscienza nè agiranno autonomamente. Faranno sempre più parte della nostra società, ma saranno e dovranno sempre rimanere sotto il controllo umano.
• Trasparenza: affinchè i sistemi cognitivi possano esprimere tutto il loro potenziale, è fondamentale che le persone conoscano il loro funzionamento e abbiano fiducia nelle loro analisi, nelle loro valutazioni e nelle modalità di utilizzo. Per questo è importante comunicare chiaramente quando e per quale scopo vengono utilizzate le soluzioni cognitive, le principali fonti di dati e le competenze tecniche e metodologie adottate per formulare le analisi e le valutazioni. In questo scenario è fondamentale che chi utilizza questi sistemi rimanga proprietario dei propri dati e degli insight ottenuti dai sistemi IA analizzando tali dati.
• Competenze: i benefici sociali ed economici che provengono dall’uso di queste nuove soluzioni nascono anche da una corretta valutazione delle relative implicazioni sulle attività dell’essere umano. Questo vuol dire nuove competenze, nuove attività, nuovi ruoli e formazione per tutti: studenti, dipendenti e cittadini.
L’Intelligenza Artificiale, che noi preferiamo chiamare “Intelligenza Aumentata” per esprimere il fatto che essa concorre ad amplificare il potenziale di conoscenza e analisi dell’intelletto umano senza sostituirlo, in un sistema virtuoso in cui l’essere umano è al centro, introduce nuovi paradigmi che devono essere condivisi, affrontati e discussi insieme da tutti i protagonisti e i portatori di interessi, tra cui: imprese, istituzioni, scuole e università. Solo così si potranno cogliere concretamente tutte le opportunità sociali ed economiche di questa nuova era cognitiva.