Nel primo paragrafo la seguente affermazione è falsa:
Le soluzioni di IA necessitano di enormi quantità di dati, spesso sensibili, per poter essere efficaci.
Le “soluzioni di IA” a cui si fa riferimento sono solo una parte di quelle esistenti, ovvero tutte quelle che sono basate sulla statistica, come reti neurali, cluster analisys etc…
Sebbene tali strumenti statistici attraggano i maggiori investimenti commerciali al momento, altre strade che non richiedono un approccio statistico (e dunque grandi quantità di dati) sono cittadini di primo piano nel campo dell’intelligenza artificiale. Un solo esempio emblematico per la ricerca è disponibile qui.
Far passare l’idea che l’intelligenza artificiale necessiti intrinsecamente di grandi quantità di dati (ed in particolare di dati personali) corrisponde a fare disinformazione.
La frase suddetta potrebbe essere riscritta come
Sebbene non intrinsecamente necessari per l’intelligenza artificiale in generale, le tecniche di maggiore tendenza necessitano di enormi quantità di dati per poter essere efficaci, in quanto sono, sostanzialmente, tecniche statistiche.
Vi è dunque un notevole interesse economico alla raccolta di grandi quantità di dati sensibili ed è necessario analizzare alcune delle principali questioni giuridiche che possono interessare l’IA.
Il quarto paragrafo va integrato
Per garantire la massima trasparenza, il cittadino dovrà essere messo in condizione di comprendere attraverso quale percorso il sistema IA è pervenuto a un determinato risultato, in modo sufficientemente chiaro da poter eventualmente riconoscere un errore di calcolo ed intervenire per ottenerne la correzione.
La conclusione del penultimo paragrafo va rivista: lo sviluppo dell’intelligenza artificiale non è e non deve essere un obbiettivo della pubblica amministrazione. Lo deve essere il suo utilizzo appropriato a servizio del cittadino!
Inoltre parlare di “sistemi intelligenti” è ridicolo se si fa riferimento alle tecnologie disponibili ad oggi.
Il paragrafo dovrebbe dunque diventare
La sfida è chiaramente quella di trovare un bilanciamento tra l’ultilizzo efficace dell’Intelligenza Artificiale a servizio dei cittadini e il rispetto del loro diritto alla riservatezza, dando a questi ultimi la possibilità di esprimere il proprio consenso informato al trattamento di dati da parte dei sistemi statistici in questione.
Nell’ultimo paragrafo, va inoltre aggiunto che la pubblica amministrazione, per tutelare la trasparenza e la comprensibilità delle proprie decisioni, deve richiedere i sorgenti, la documentazione, i dati e tutte le informazioni necessarie a riprodurre esattamente il software IA (compresa la calibrazione dello stesso) in modo da tutelare il cittadino e se stessa a fronte di cause giudiziali o di ricorsi rispetto alle decisioni derivate dai calcoli della IA, spiegando nel dettaglio il processo decisionale effettuato (e dimostrando che tale processo è stato effettivamente realizzato dalla IA).