I cittadini vogliono avere servizi pubblici efficienti ed immediatamente legati alle esigenze espresse, da qui l’importante concetto di personalizzazione e adattività dei servizi della PA.
Propongo in questo senso una traccia di lavoro, definita per punti sintetici, sulla quale si potrebbe lavorare per generare degli standard nazionali di interoporeabilità di modellazione per la personalizzazione dei servizi digitali della PA.
Per affrontare la problematica di adattività, è importante studiare ed ‘ereditare’ in modo significativo, le metodologie e gli apporcci predominanti in merito alla modellazione utente, includendo:
- analisi delle dimensioni dell’utente relativamente alla modellazione utente in sistemi adattivi ad es:
- Caratteristiche personali (note anche come demografiche)
- Interessi e preferenze
- Goal e Needs
- Stato psicologico e cognitivo
- Dominio di conoscenza (descrive la conoscenza degli utenti su argomenti o sul sistema)
- Comportamento utente
- Contesto
- studio delle metodologie per il popolamento iniziale del profilo (cold start);
Per rappresentare in modo uniforme i concetti del modello utente/cittadino, interoperabile fra le varie amministrazioni, ci si può avvalere di ontologie ben studiate (ed eventualmente estenderle).
Nel dettaglio le ontologie che si possono prendere in considerazione per questo studio, si possono raggruppare non esaustivamente in:
- ontologie per user modeling generico, quali le upper-ontology FOAF e GUMO;
- ontologie per la modellazione del comportamento utente, che a partire dalle più diffuse Event Ontology (LODE, SEM, EO) definiscono il comportamento dell’utente in termini di eventi monitorabili durante l’interazione sistema-utente;
- ontologie per la modellazione sociale dell’utente, quali OPO, SIOC e Tag Ontology in grado di abilitare la condivisione e la descrizione di elementi sociali;
- ontologie e standard per il modello utente di contesto unificato,
- ontologia lessicale per l’user modeling che sfrutta una reta semantica di word estratti da WordNet;