Riflessioni sulla Sfida 1 - Etica

[GiuseppeMancinelli]

Nel White Paper si legge “Obiettivo dell’IA e dei sistemi cognitivi è aumentare le capacità umane. La tecnologia, i prodotti, i servizi e le politiche di utilizzo devono essere sempre progettati in modo tale da arricchire ed estendere le capacità, le competenze e il potenziale umano”.

Garri Kimovič Kasparov, il più grande giocatore di scacchi di tutti i tempi, il primo campione del mondo ad essere battuto da un supercomputer nel 1996 (IBM Deep Blue), in apertura dell’OECD Conference “Intelligent Machines” ricorda di aver vissuto la sua sconfitta come un’importante vittoria per l’intera umanità ma allo stesso tempo ci mette in guardia: “…to create better humans is more important than to create smarter machines…”. Cosa ne pensate?

[Claudio]

Il tema è ‘artificial intelligence o augmented intelligence’?

Da un punto di vista etico, è importante orientare le tecnologie dell’intelligenza artificiale dei prossimi decenni per ‘aumentare’ le capacità cognitive umane e non sostituirle!
L’IA deve essere a supporto dell’uomo, ogni tipo di decisione deve essere presa in ultima battuta da un’intelligenza reale supportata da sistemi automatici più o meno ‘artificialmente intelligenti’, soprattutto se hanno a che fare con la PA.

Citazione dal celebre film ‘war games’: [A proposito della guerra nucleare] “Strano gioco. L’unica mossa vincente è non giocare. Che ne dice di una bella partita a scacchi?”

[GiuseppeMancinelli]

per rimanere in tema:
Google’s AI won the game Go by defying millennia of basic human instinct.
La conclusione dell’articolo sembra parafrasare quanto da te auspicato, @Claudio: “Il potenziale dell’IA può essere quello di insegnarci nuovi modi di pensare…”

[Andrea_Cobelli]

Mio piccolo e modesto pensiero su una parte assolutamente condivisibile

ogni tipo di decisione deve essere presa in ultima battuta da un’intelligenza reale supportata da sistemi automatici

è importante che i sistemi automatici ci forniscano gli elementi giusti, autentici e significativi per la decisione “in ultima battuta”. Un’ovvietà che purtroppo sarebbe difficile da verificare nel momento di sintesi dell’intelligenza reale.

[Salvatore_Iaconesi]

Ciao!

Attenzione:

Da un punto di vista etico, è importante orientare le tecnologie dell’intelligenza artificiale dei prossimi decenni per ‘aumentare’ le capacità cognitive umane e non sostituirle!

Diceva Marshall McLuhan, parlando del rapporto degli esseri umani con le tecnologie, che queste rappresentano sì una estensione del nostro sistema nervoso (e quindi delle nostre capacità), ma corrispondono anche ad una amputazione. Nel senso che ne rimpiazzano altre di queste capacità.

Questo è il perché una sfida etica è necessaria ma non assolutamente sufficiente a sostenerci nell’abbracciare questi temi. Serve anche una sfida “psicologica” e “cognitiva” (come cambia la mia/nostra percezione del mondo e la mia possibilità di percepire il mondo e le sue relazioni con l’ingresso della IA in oggetti, luoghi, processi… ?).

Per rispondere proprio a questo genere di domande.

[andrea_orlandini]

Le sfide etiche sono varie e con miriadi di sfaccettature.

Per esempio, un’altra importante sfida etica è che l’introduzione di tecnologie non faccia perdere il lavoro a (troppe) persone.

[GiuseppeMancinelli]

Ciao Andrea, grazie per la tua partecipazione a questa Community!
Di questo si parla anche nei seguenti thread:

Hai paura dei robot?

I robot ci ruberanno il lavoro in fretta

Ti aspettiamo!

[andrea_orlandini]

Grazie dei riferimenti.

Il mio intervento qui era “solo” per segnalare che spesso i problemi hanno respiri più ampi.

In effetti, anche il problema legato all’utilizzo di robot costituisce un “pezzo” del problema.

Anche i sistemi intelligenti (per esempio, software) possono rimpiazzare forza lavoro.

In generale, il topic è complesso.
Claudio citava il problema delle responsabilità sui processi decisionali. Sulla robotica c’è del lavoro (recente) da parte della Commissione Europea. Ma il quadro è molto complicato e ancora non è chiarissimo come sia più indicato affrontarlo.

Quello che diceva Salvatore è un problema molto più generale ma importantissimo legato all’innovazione tecnologica e l’impatto “psico-sociologico”.

Insomma, a volte ci si concentra solo su certi aspetti molto dettagliati e si rischia di perdere la picture generale.

A presto

AndreA

[Sandro]

Solo dalla robotica il pericolo?
Social media ed Intelligenza Artificiale:una miscela tonante.
leggete questa riflessione:

The unforeseen consequences of an AI-built social network

[flavia.gamberale]

Nell’era delle auto a guida autonoma e degli algoritmi che prendono decisioni al volante, possiamo restituire all’uomo la responsabilità morale dei suoi atti?

Secondo i ricercatori del Centro di informatica giuridica dell’Università di Bologna e dell’Istituto universitario europeo di Fiesole, sì.

Come? Con la “manopola etica”. Ernesto Ciorra su Panorama.it ci spiega di che si tratta.
Fantascienza o ipotesi percorribile?

Il ruolo dell'uomo nelle macchine che si guidano da sole - Panorama

[alebottos]

Ritengo che un processo volto ad artificializzare, se così mi si concede di dire, sempre maggior parte delle attività umane non dovrebbe intimorire, non dovrebbe far pensare a limiti etici o di responsabilità: proprio perché l’intelligenza artificiale è opera umana e, in quanto tale, degna della massima fiducia. Intendo dire: come qualsiasi mezzo innovativo, anche l’IA può essere buona a seconda di come si/chi la usa; ma è fuor di dubbio che l’uomo ormai è maturo al punto giusto per utilizzare i mezzi innovativi esclusivamente a fin di bene (vorrei autoconvincermi di questo!).
Pertanto, preoccuparsi oggi di mettere le briglie all’IA è come se negli anni '80 (o forse prima?) ci si fosse preoccupati di mettere le briglie a Excel, alla tecnologia dei telefonini mobili, ecc.
La felicità dell’essere umano oggi passa anche (e sempre di più) attraverso i social network diffusi. Si parla, si condivide, si festeggia, si biasima, ci si conduole, si commemora attraverso Internet. La felicità è causa ed effetto della salute degli individui: mi chiedo come mai l’IA non abbia ancora fatto interagire le PPAA dedicate alla salute dei cittadini coi social network, a parte l’elementare funzione di visibilità che i secondi possono garantire ai primi. Vorrei sperare che da qualche parte già siano in progetto, se non in atto, interazioni di questo tipo, senza che vi fossero ostacoli “etici” a rallentarle.

[Libb]

Ci sono molte iniziative che cercano di collegare social e salute, certamente potrebbero essere valutate e poi offerte al resto della popolazione. Credo che però ci sia un problema: la consapevolezza della propria privacy da parte del cittadino.

Qui c’è uno studio sui trackers, applicazioni che raccolgono dati e li trasmettono/vendono a terze parti. Si può vedere nell’ultimo grafico la quantità di dati ceduti a paesi esteri dai cittadini Europei, senza beneficio. Anzi, materia prima da cui verranno raccolti ed elaborati pacchetti di dati da vendere.

Riguardo la sfida etica vedrei di primaria importanza l’educazione al dato ed all’informazione (non soltanto riguardo la privacy), nonchè un tentativo di protezionismo del dato grezzo. Non ho avuto modo di studiare a sufficienza il prossimo GDPR e spero che sia d’aiuto in quest’ultimo versante.